Intervista all'avvocato Francesco Bochetti specializzato nell'immigrazione e per la cittadinanza italiana
Studio Legale Avvocato Francesco Boschetti (Roma) specializzato in cittadinanza italiana e diritto agli immigrati: dai primi passi nella professione alla scoperta della specializzazione, dai motivi per cui ha deciso di intraprendere questa strada ai benefici derivanti da questa netta scelta di campo.
Raccontaci in poche parole la tua storia professionale.
Sono diventato avvocato nel 2008.
Colleghi e tirocinanti conoscono bene quale stress emotivo comporti l’esame da avvocato.
Superata questa terribile prova, ero convinto che avrei potuto scalare l’Everest. In realtà, tralasciavo un aspetto fondamentale: i clienti. Oltre ad essere un avvocato, dovevo anche fare l’avvocato. La mia scelta era stata di mettermi subito in proprio, beneficiando dell’ospitalità gratuita nello studio di mio padre commercialista. Questo fu un grande vantaggio per me, e ringrazierò sempre mio padre per avermi consentito di iniziare a costo zero. Ma rimaneva il fatto che per fare l’avvocato avevo bisogno di trovare clienti.
Per diverso tempo, il mio lavoro si concretizzò in poche pratiche, tutte inviatemi da mio padre, per conto di sue società clienti, alle quali si aggiungevano i ricorsi contro le infrazioni al codice della strada o piccole cause di amici o conoscenti. Un quadro molto comune per chi iniziava come me la professione forense.
Quando è perchè hai deciso di specializzati in un settore ben preciso (cittadinanza italiana ed diritto agli immigrati ).
Poi, l’episodio di rottura: un giorno, un amico mi presentò al titolare di un caf stranieri, che mi affidò subito un caso inerente i permessi di soggiorno. La mia reazione fu acquistare un manuale di diritto dell’immigrazione. Mi affascinava l’idea di avventurarmi in una materia poco praticata, che neppure si insegnava all’università. Tempo dopo, un collega si cancellò dall’Albo degli avvocati per assumere un impiego pubblico e, visti i miei precedenti, mi passò alcune sue pratiche di stranieri. A quel punto, capii che l’immigrazione era la mia strada.
Creai un sito web per canalizzare definitivamente la mia attività professionale, al quale abbinai un numero telefonico ad hoc. Il lavoro sul sito fu lento e duro, ma il numero di clienti che aumentava mi diede la forza di perseverare. Ricevendo una domanda cospicua per pratiche di cittadinanza italiana, decisi di ulteriormente specializzarmi in questo settore. Nelle altre branche del diritto, invece, avevo praticamente smesso di esercitare. Dopo alcuni anni, quando il mio sito web, ultra-caricato di materiale e con le gravi pecche dell'autodidatta, iniziò ad accusare cali di visitatori, entrai in allarme. A quel punto, decisi di consegnare la mia creatura ad esperti del settore. Oggi il mio sito è professionale, strutturalmente valido, più accattivante dal punto di vista grafico, ed è posizionato molto bene sui motori di ricerca.
Hai ottenuto benefici da quando ti sei specializzato? Se si quali?
Grazie alla visibilità acquisita, a un discreto passaparola, e naturalmente ai risultati professionali conseguiti sul campo, ricevo spesso proposte di collaborazione da colleghi avvocati, agenzie, patronati, organizzatori di convegni sull’immigrazione. Nel mio settore, posso dire di godere di un’ottima reputazione. Di recente, uno straniero mi ha approcciato dicendo di aver sentito che ero “l’avvocato migliore d’Italia”. Questa affermazione, seppure grossolana, è eloquente di quanto sia importante che esista qualcuno, un gruppo, un forum online, un tavolo di amici al bar, un video su youtube, che parli di noi come professionisti specialisti di una data materia. Ho notato che l’elemento della specializzazione è l’arma più efficace nel processo dialettico di acquisizione del cliente.
Ho avuto la fermezza di credere nella specializzazione, all’idea che si possa fare meglio e guadagnare di più, scegliendo un settore ben determinato, e affermandosi in questo come uno dei pochi, piuttosto che offrirsi come l’avvocato che fa un po’ tutto di tutto: questo è il motivo per cui consiglio la strada della specializzazione. Concentrarsi in un settore del diritto (seppure ampio, perché il diritto dell’immigrazione, ad esempio, è vastissimo), ti consente di studiare, informarti e vivere solo di quello. Quindi, con il tempo, puoi ambire a diventare una sorta di luminare in tale settore. Se invece ci si dedica un po’ a tutto, le energie si disperdono, e si finisce per fare “tutto” (male, probabilmente). Senza trascurare che l’utenza, grazie soprattutto ad Internet, è sempre più incline a frugare nella massa per cercare lo specialista.
Devo riconoscermi che la mia scelta di campo è avvenuta in un periodo storico e sociale in cui l’immigrazione in Italia non era sulla bocca di tutti, al centro del dibattito politico come lo è invece oggi. Tirando le somme, credo che la mia strada sia stata determinata al 50% dalla fatalità e al 50% dall’intuizione.
Hai avuto problemi nel dichiarare la tua specializzazione e, nel caso, come li hai risolti?
Il mondo dell’avvocatura, tuttavia, ancora snobba molto la mia materia, per lo più a causa di pregiudizi, idee politiche. Personalmente ho subito un episodio di razzismo. L’anno scorso avevo concluso un contratto a voce con una collega per l’affitto di una stanza, con l’impegno di formalizzare il tutto in pochissimi giorni. Poi la collega ci ripensò e sparì. Quale fosse il problema lo scoprii solo grazie alla mia insistenza e per interposta persona: dopo decine di telefonate, il marito della collega desaparecida (anche lui avvocato!) mi disse che ospitare un immigrazionista avrebbe potuto crear loro delle noie nell’affittare le altre stanze dell’appartamento: avrei potuto dare fastidio agli altri avvocati o ai loro clienti! E’ amaro ma accadde proprio questo. Riprendendo le ricerche ho avuto altri casi di colleghi che storcevano il naso quando rivelavo che mi occupavo di immigrazione. Erano le prime volte che coglievo ostilità verso la mia specializzazione. Sarei stato di gradimento, se avessi difeso bancarottieri o estorsori bianchi di pelle e in giacca e cravatta (il c.d. diritto penale dei colletti bianchi), ma difendere un nero senegalese, no, quello non era tollerabile. Seppure indignato, avvilito, ai colloqui non ho smesso di dire con orgoglio di cosa mi occupavo, e alla fine ho trovato persone “dalle vedute più ampie”, e oggi esercito serenamente la mia professione in uno studio condiviso con altri professionisti.
Spiacevoli episodi sono accaduti anche con la gente comune. Dire che ti occupi di immigrazione, che assisti gli stranieri, nel contesto che stiamo vivendo oggi di forte crisi, non solo economica, ma anche di valori, ti espone sempre ad affermazioni ghettizzanti e razziste.
Come è cambiata la tua vita lavorativa da quando hai intrapreso la strada della specializzazione
Dal canto mio, l’immigrazione è una materia affascinante, sempre in evoluzione, che s’interseca con tutti i principali settori del diritto. Essere avvocato degli stranieri, inoltre, ti porta ad entrare in contatto con culture diverse, vite e storie incredibili, spesso fatte di emarginazione e sofferenza. Ho conosciuto stranieri di grande cuore. Ricevo spesso attestati di affetto e gratitudine dai miei clienti, anche piccoli regali, che custodisco in casa o in ufficio. Penso che siano questi riconoscimenti, più che il conto in banca, a dare un senso al percorso che ho fatto. Il denaro si spende, aver cambiato la vita a una persona è un fatto che rimane per sempre.
Ecco i riferimenti dell'avvocato nel caso in cui vorreste contattarlo e avere maggior informazioni
"Un ringraziamento speciale all’Avv. Boschetti per la disponibilità riscontrata e per la peculiarità con cui ha voluto raccontare la sua esperienza e i vantaggi ottenuti grazie alla sua specializzazione."
Stefano e lo staff di MarketignStudiLegali.it
Nonostante la percezione diffusa che il settore legale viva ancora solo di strumenti commerciali tradizionali, i clienti che hanno bisogno di un avvocato cercano, si informano e trovano le soluzioni ai propri problemi sul web. Esattamente come fai ogni giorno anche tu.
La concorrenza è sempre più agguerrita e il tempo sempre minore.
Ad esempio cercando “avvocato a Milano” ci sono 860.000 pagine che parlano di avvocati a Milano tuoi potenziali concorrenti su Google; oltre 1.320.000 a Torino.
La rete è diventata uno dei principali veicoli di ricerca e di informazione.
Non tutti hanno un avvocato o un amico a cui chiedere consigli. Ad esempio “avvocato divorzista milano” viene ricercato su Google, di media, 500 volte al mese. Perchè non raggiungere anche questi clienti sul web con una corretta strategia di marketing?
Perchè così come in moltissimi altri ambiti, si diventa lo “specialista” e il “punto di riferimento” nella propria città.
Quando un cliente potenziale avrà un problema, troverà solo te come soluzione efficace e migliore per la sua esigenza.
Quando ti contatterà avrà già compreso la tua professionalità specifica e unica e su questa baserà la sua scelta, e non più solo ed esclusivamente sul prezzo.
Assolutamente no, questa è la classica risposta che ci viene fornita quando abbiamo il primo incontro con un avvocato. La risposta corretta è invece che lavorando su una tipologi a bene precisa di cause (ad esempio solo sul diritto commerciale o di famiglia) non si ha il tempo di farne altre in quanto aumenterà esponenzialmente la richiesta da parte di potenziali clienti bisognosi del settore in cui tu sei "specializzato". Verrai visto come lo specialista e quando un cliente ti contatterà avrà già compreso la tua professionalità specifica e unica e su questa baserà la sua scelta.
La specializzazione , come in tutti i campi, porta solo a grossi benefici. Basti pensare che è da un pò di tempo che anche i produttori di acqua si stanno specializzando su diverse tipologie:
- acqua povera di sodio
- acqua per la ritenzione idrica
- e quella più digeribile
ma alla fine è sempre acqua. Anche loro hanno capito che per vendere di più hanno bisogno di "specializzarsi" e quindi anche per te, caro avvocato, è arrivato il momento di trovare una specializzazione e differenziarti.